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Ho 3… anni e sono la seconda di … figli. Ho da sempre avvertito gravi tensioni ed ho subìto violenze, psicologiche e fisiche, anche se non sessuali, da parte del padre solo perché mi sono sempre ribellata alle offese che senza una ragione sensata, lui distribuiva a me, fin da piccola o a mia madre o a mia sorella (di … anni più vecchia) o a chiunque capitasse. (l’ultimo dei figli ha ora … anni e forse è l’unico che le ha evitate).

L’educazione partiva dal presupposto esplicitamente sottolineato: Io sono tuo padre, tu mi porti rispetto e non mi contraddici, tua madre è d’accordo con me (anche se non lo era) tu stai come ti metto io, non guardi la televisione, non vai in centro o in palestra … perché NO, perché lo dico io, tu mangi e studi quindi vieni nel mio negozio a lavorare, non ti metti le scarpe da ginnastica perché è mancanza di rispetto, mangi il pane con la carne perché io lo magio e bisogna mangiarlo … non vai in vacanza perché qui c’è da lavorare … eccetera.

Personalmente mi sono sempre ribellata e sono stata ripetutamente picchiata e umiliata. Porto altresì rancore a mia madre e mia nonna e chiunque non abbia rischiato del suo per difendermi e difendere una serenità inquinata solo da questa persona. Per mia sorella, che ha carattere più accondiscendente, da sempre in mia difesa, ho sempre fatto il possibile, battendomi in discussioni aperte perché ottenesse tutte le libertà negate come uscire con amici (a 18-25 anni) cosa che lui ostacolava  o che difendesse la sua persona dato che il lavoro imposto all’interno dell’attività familiare era in realtà uno sfruttamento (lavorava dalle 7.30 alle 8.30 di sera senza alcuna ricompensa economica se non utilizzare qualche lira per abbigliamento o altro).

Inoltre l’attaccamento di lui al dio soldo lo ha indotto ad accusarmi di rubare se, pur io lavorando nella stessa attività, senza uno stipendio e un minimo di autonomia, in quanto in una famiglia felice tutto è di tutti ma tutto era solo suo, prendevo 50.000 lire per spese personali. Il risultato è stato che mi sono sposata con successo, a 2… anni perché esasperata e che ho ospitato dopo 4 anni per alcuni mesi, mia sorella che scappò da quella prigionia, senza un soldo dopo 15 anni di lavoro e senza una valigia o effetti personali, nel tempo in parte recuperati.. 

In questo modo per l’ennesima volta mi sono attirata le ire di lui, come se fossi la causa di tutti i mali in quanto io cattiva ho convinto la figlia buona ad andare via, a lasciarlo (cosa assolutamente assurda dato che lui l’ha cacciata con violenza e cattiveria). Inoltre le sue ire si sono girate sulla moglie della quale è sempre stato gelosissimo, anche nei confronti dei figli, ma che ha più volte picchiato. Ora la accusa come causa di tutto perché lei sta allontanando i figli da lui (anche se è il contrario). Questi ultimi 7 anni sono trascorsi senza contatti per 2 anni quando accolsi mia sorella poi, appena prima di partorire si è degnato di presentarsi a casa mia per riagganciarmi.  Da allora vuole con me salvare le apparenze e talvolta faccio lo stesso per poter vedere mio fratello e mia nonna senza nascondermi o provocare ulteriori tensioni.

Ora lui è affezionato a mio figlio (… anni) che però non lo lascio in sua presenza senza di me, dato che altri scatti di ira e violenza si sono succeduti e dato il perdurare dei suoi atteggiamenti. Non ha mai cercato mia sorella, anzi l’ha anche respinta dopo un pseudo pace,  e non l’ha mai ricompensata di niente. Lui con tutti i suoi appartamenti ha lasciato che la figlia pagasse l’affitto per un bi-locale e si è accertato che non avesse soldi neanche per il lavoro svolto in 15 anni.

Da quando mia sorella ha lasciato il bunker, l’attività familiare era già stata ceduta con soddisfazione economica, lui ha iniziato a prendere di mira mia madre, fino a quel momento, nei suoi alti e bassi era per lui una grande sicurezza. Ha prelevato i soldi dal c/c comune aprendo un conto a suo nome con la sola sua firma, togliendo ogni indipendenza economica a lei, che non si è difesa ma ha subito ed accettato la situazione dicendo che era per il figlio giovane e per la suocera con loro convivente ed anziana. Preciso che è una famiglia agiata con possedimenti e soldi ma nessuno può disporre di niente, se non lui.  L’uomo in questione si è rivolto al commercialista per la separazione dei beni con la moglie, cercando di dimostrare che di quel che hanno il 70% è solo suo (anni fa non c’era comunione di beni) e il rimanente proviene dai beni della madre di lui. 

Sta inoltre cercando di dimostrare, senza alcun successo, che mia madre è malata e matta che dovrebbe essere ricoverata di forza per il suo bene… I suoi scatti di ira talvolta violenti, sono continuati e i maltrattamenti psicologici verso chi è rimasto si sono aggravati, portando al limite della depressione mia madre, ormai sfinita da questa persona. Da mesi e mesi lui si chiude in camera e l’ ha mandata via dal letto comune. (in un’altra camera comune dove lui non va più), che la insulta di continuo che a minaccia e la incita a lasciare la casa. (dopo averle tolto autonomia economica)

Esasperata alcuni mesi fa gli ho telefonato, per parlargli a tu per tu senza interferenze di altri componenti della famiglia e per evitare che si chiudesse nella sua aggressività sentendosi sotto accusa, e gli ho spiegato che i figli hanno bisogno di un padre da sempre inesistente e che nessuno gli allontana i figli ma è lui che li manda via e li maltratta; che quella casa è una prigione e che lui si sente un dio ma è un essere senza sentimento. In nome di suo padre, un uomo buonissimo morto da … anni, gli ho chiesto di mettersi in discussione e di considerare le persone accettando le loro volontà e rispettando la loro personalità. 

L’effetto  nei miei confronti di una chiamata diretta è stato altamente positivo anche se limitato nel tempo ma effetti pratici non ne ho avuti.          Ho comunque da sempre notato che quando lui ha bisogno è gentile buono e disponibile (quando c’era l’attività famigliare avevamo dimostrazioni continue, quando doveva presentarsi in pubblico mia madre era una brava moglie e madre ecc. …) ma con i soldi, senza l’obbligo di lavorare, senza dover apparire agli altri,  la situazione di bisogno è sempre più grave.

Siamo letteralmente disperati. I medici non ci riescono ad aiutare a calmarlo e lui rifiuta qualsiasi contatto con psicologi o psichiatri. Lui ha solo 6… anni e non ce la facciamo più se non riusciamo a prendere in mano la situazione e garantire serenità a mia madre che a 5… anni può dire di aver sprecato molti dei suoi anni in un’inutile prigionia.

Non so se le sue fissazioni (che mia madre è malata – assurdo-, il dottore mi ha detto che lei è pericolosa e mi devo chiudere dentro quando sono in camera, la figlia è cattiva, la figlia buona è stata indottrinata…) le sue manie (dei soldi) i suoi scatti di nervosismo e ira incontenibili se non ha bisogno o paura di perdere qualcosa, accompagnati talvolta da sempre più rari momenti da stanchezza fisica ingiustificata e abbattimento psicologico di espressioni di tristezza quando nessuno lo osserva, possono rientrare nella psicologia di uno squilibrato, di un depresso o di un complessato. Non so se un’eventuale andropausa può essere un fattore scatenante, cosa può  ancora causare e soprattutto cosa si può fare per un uomo che io definisco cattivo ma forse è solo un debole complessato che vorrebbe essere un dio.

Nessuno gli vuole male e forse è lui l’espressione di chi, viziato dalla nascita, non è mai stato contraddetto in 61 anni ma ha avuto troppe persone che hanno accondisceso in situazioni inaccettabili e contro natura lasciandogli il monopolio di manovrare cose e persone ed accrescendo questo super io

Vi prego di rispondermi e possibilmente di aiutarmi nell’analisi, anche se sarà difficile, di questa persona, perché siamo tutti esasperati e abbiamo bisogno di consigli su come agire per difendere ed ottenere un minimo di serenità che ci consenta di vivere senza esaurimenti nervosi ai quali sembra volerci portare.

 

Risponde: AIPEP

Nella Sua lettera ci espone un problema che purtroppo non è raro nei rapporti familiari. In genere gli atteggiamenti aggressivi e violenti, soprattutto quando espressi in ambito familiare, sono risposte a violenza e aggressività subite nella famiglia di origine. Probabilmente la spiegazione degli atteggiamenti di Suo padre non può prescindere da un' adeguata comprensione delle dinamiche relazionali ed affettive della sua famiglia. 

Ma, il problema ora è quello di riuscire a modificare la situazione del vostro vissuto di figli in senso positivo, intendendo ciò appunto come percezione nuova e più adeguata della situazione, presupposto fondamentale per trovare le soluzioni migliori ai problemi connessi alla circostanza. Il meccanismo indotto dal comportamento di Suo padre nei confronti degli appartenenti al nucleo familiare, soprattutto per i figli, in quanto è presumibile una certa "complicità" psicologica della moglie,  è innanzitutto di carattere psicologico. Mentre è difficile, se non impossibile almeno per ora, un coinvolgimento terapeutico di suo padre, è invece auspicabile e funzionale una richiesta di aiuto da parte delle "vittime", uscendo così dallo sterile atteggiamento di rimbalzo di responsabilità. Il mio suggerimento è una terapia familiare accompagnata, secondo le esigenze e disponibilità, da terapia individuale che permetta la comprensione psicologica della situazione, ed eviti la purtroppo probabile riattivazione delle dinamiche aggressive subite nell'ambito delle nuove relazioni familiari.

 

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